#saporiti
“Mangiare è sì un’attività quotidiana per vivere e sopravvivere, ma è anche un atto sociale e un comportamento civico, di cui abbiamo sempre più smarrito il senso, le sensazioni e le implicazioni”.
Alain Ducasse, “Mangiare è un atto civico”
Come non essere d’accordo con Alain Ducasse?
Una riflessione che ci ha accompagnato nelle ultime settimane, nata non solo da questo libro conosciuto grazie al gruppo di lettura enogastronomico Cibook a cui partecipiamo ogni mese, ma anche dalla collaborazione con Tamara al Natural, che si occupa di fitoterapia e dietetica per il mantenimento della salute e dell’equilibrio fisico e mentale.
Conosco Tamara da molto tempo e ho seguito uno dei suoi corsi sull’alimentazione sana che fatto luce su tante delle problematiche che ho poi ritrovato nel libro di Ducasse.
Una su tutte, la nostra ormai scarsa conoscenza della filiera dei cibi che mettiamo a tavola ogni giorno, frutto dell’altrettanto scarso tempo che riusciamo a dedicare all’atto di sfamarci. Un circolo vizioso che sta alla base delle sempre più frequenti intolleranze alimentari e di altri disturbi fisici che non sempre legheremmo all’alimentazione.
“Dobbiamo acquisire il potere di concederci un tempo tutto per noi e per i cibi che assaporeremo. Mangiare in piena coscienza vuol dire scegliere gli alimenti con la massima cautela. Mangiare non è “riempirsi”, è assaporare ogni singolo boccone come se fosse il primo, è sentire il gusto, la consistenza e l’origine degli alimenti. Ed è anche osservare l’ambiente e lo scenario che ci circondano”.
Alain Ducasse – “Mangiare è un atto civico”
Città vs orto: parliamone cucinando su Instagram
Perciò ci siamo dette, perché non parlarne su Instagram e farlo mentre prepariamo qualcosa di stagione?
Tamara vive a Valencia, e si prende cura di un orto in cui coltiva piante officinali, frutta ed ortaggi e dove adesso finalmente potrà tenere parte dei suoi corsi dal vivo.
Io, beh, non so tenere una pianta di basilico sul balcone, e questo è il massimo che posso permettermi.
Vengo dalla Puglia, un posto in cui le materie prime della terra sono tutto, ma perfino mio padre ha smesso di rifornirsi dal contadino di fiducia iniziando a coltivare le sue verdure. In città, tuttavia, siamo vittime di quei ritmi frenetici di cui sopra, e anche lo spazio in cui spesso siamo costretti ad abitare non ci consente molto altro. Tutto ciò che possiamo fare è evitare di comprare i prodotti freschi al supermercato e preferire mercati rionali e servizi ormai sempre più diffusi che scelgono la filiera corta e consegnano a domicilio. Si tratta di una scelta importante anche dal punto di vista economico, non lo nego, ma va di pari passo al riciclo corretto della spazzatura quanto alla prevenzione medica, perché no.
Con Tamara abbiamo scelto un prodotto di stagione che suscitava in me un ricordo più forte che altri: le fave! I pomeriggi passati a sbucciarle appena raccolte dal campo, insieme a mio papà, e mangiate così, crude. Il loro sapore a tratti aspro e deciso, una freschezza che avrei ritrovato poche altre volte in vita mia. L’odore che i baccelli mi lasciavano sulle mani.
Le indiscutibili proprietà delle fave
Ebbene, in uno dei suoi post del lunedì sull’alimentazione sana, Tamara ci aveva già spiegato di quanto le fave siano incredibilmente ricche di proteine (ben 8 grammi per 100g di semi!). Una particolarità che risolve l’annosa questione della dieta bilanciata secondo la quale dovremmo assumere una certa quantità di proteine, carboidrati e grassi per ogni pasto. E infatti forniscono anche una buona dose di carboidrati complessi e fibre, fondamentali per mantenere sano il nostro intestino.
Le fave sono anche una fonte di vitamine del gruppo B, tra cui l’acido folico, così importante in gravidanza, e di beta-carotene, essenziale per la salute della pelle. Non mancano i minerali: magnesio, calcio, ferro, potassio e fosforo.
Non sembrano esserci controindicazioni (tranne ovviamente per chi soffre di favismo) e addirittura pare aiutino a ridurre le vampate di calore in menopausa!
Come cucinare le fave?
Una volta scelte, però, ci siamo chieste: come cucinarle?
Dalla Puglia mi sono poi spostata a Roma per ben 4 anni per studiare all’università, eppure non ho ricordi di pranzi del 1 maggio trascorsi a mangiare fave e pecorino, come tradizione impone.
Riconosco che sia un’accoppiata pazzesca, e tenendola a mente abbiamo sfidato la sorte scegliendo di adattare una ricetta di mia mamma.
In preda al panico per il quantitativo di zucchine che il nostro orto aveva prodotto lo scorso anno, ad un certo punto non aveva più idea di come cucinarle. Cosa che capita a molti di noi, anche se ne abbiamo solo due in frigorifero, magari ammosciate e da consumare. Così è diventata cintura nera di burger vegetali, e fidatevi, una volta provati non vi passerà più per l’anticamera del cervello di comprare quelli del supermercato.
Seguendo lo stesso procedimento abbiamo provato a farli con le fave, e il risultato è stato sorprendente! L’ideale per un pasto non solo sano, ma anche saporito, a conferma che una cosa non esclude l’altra, come forse erroneamente pensiamo.
Siete pronti a cimentarvi anche voi?
RICETTA DEI BURGER DI FAVE E PECORINO
INGREDIENTI
- 1kg di fave (da sgusciare, se no non c’è gusto)
- 2 patate medie
- mezza cipolla (o scalogno, se come me lo preferite)
- un filo di olio extravergine (anzi due)
- pecorino a piacere
- menta fresca altrettanto
- pangrattato (solo per impanare)
- sale e pepe q.b.
PROCEDIMENTO
Innanzitutto sgusciate le fave, assicurandovi di avere il tempo per farlo e godervi il gesto dall’inizio alla fine. Se sono particolarmente grosse tagliatele a metà, se poi avete una pazienza da santi, privatele anche della loro buccia. Il segreto di questi burger è tagliare tutto a pezzetti più piccoli possibili per permettergli di cuocere bene e in fretta.
– Sì, lo so, avevamo detto di prenderci tempo, ma avendo già scelto le fave non sgusciate mi pare un buon compromesso! –
Quindi, pelate le patate e tagliatele a tocchetti e tritate la cipolla/scalogno al coltello. Fatela rosolare in padella con un filo d’olio, aggiungete le patate e le fave, un pizzico di sale (ma non troppo, perché poi ci daremo dentro col pecorino!) e fate cuocere per circa 15-20 minuti assicurandovi di aggiungere dell’acqua di tanto in tanto e coprendo il tutto con un coperchio.
Il composto è pronto quando sarà talmente cotto che riuscirete a schiacciarlo con una forchetta. A quel punto trasferitelo in una ciotola e lasciatelo raffreddare. Aggiungete il pepe nero, il pecorino e la menta fresca nelle quantità che preferite ed impastate con le mani (fondamentale).
Sempre con le mani, formate dei burger – se poi siete più pignoli potete usare un coppapasta – e ricopriteli di pangrattato per creare una sorta di panatura.
Usando la stessa padella – per risparmiare sia tempo che energia! – rimettete un filo abbondante d’olio d’oliva e lasciateli rosolare fino a doratura completa.
Vi consigliamo di gustarveli accompagnati da qualcosa di fresco, come una semplice insalata verde o di pomodori – se sono di stagione!