#epocale
Avete mai insegnato qualcosa ai vostri nonni?
(Qualcosa che non riguardi la tecnologia, altrimenti non vale!)
In cucina, le ricette si tramandano di generazione in generazione, di padre in figlio, di nonno in nipote – pena una certa ansia da prestazione della parte più giovane, certa di non poter eguagliare i risultati raggiunti dai più anziani. Ebbene, questa è la storia di una ricetta “al contrario”: sono io ad aver insegnato a mio nonno come si prepara un liquore fatto in casa.
Nonno Raffaele scopre il mio Cinque Erbe
Tutto ha inizio quando, in una delle sue visite a Bologna, dopo un lauto pranzo emiliano, nonno Raffaele prova il mio celeberrimo “cinque erbe”, un liquore fatto in casa che avevo realizzato proprio seguendo una ricetta del nostro Pier.
Rosmarino, basilico, menta, salvia e alloro avevano dato un colore prima verde vivo poi quasi rossastro a quell’infuso alcolico fresco ed intenso che avevo preparato da qualche settimana.
Mio nonno ne fu folgorato: se suo nipote era riuscito ad ottenere un liquore così buono utilizzando delle erbe fresche comprate al supermercato, il suo, a base di erbe dell’orto calabrese, sarebbe stato squisito!
Da quel momento, mio nonno prepara i suoi liquori ed è andato ben oltre il Cinque Erbe. Vivendo in Calabria, infatti, la cosa che gli capita più spesso di poter trasformare in un liquore sono gli agrumi di ottima qualità. Non solo le classiche arance e limoni, ma anche i più anticonvenzionali mandarini cinesi e bergamotti.
La ricetta del liquore fatto in casa agli agrumi di Calabria
Dall’inizio dell’autunno all’arrivo della primavera, nonno Raffaele sa che “il compare” gli fornirà chili e chili di agrumi freschissimi dalla buccia preziosa. Le chiamate da parte sua, quindi, si fanno sempre più frequenti e sono dedite ad uno scopo ben preciso: “Simò, ho tot chili di mandarini cinesi, mi dai la ricetta per fare il liquore?“
Sono il suo Wikipedia, il suo guru, anche se non ho mai fatto un liquore al mandarino cinese in vita mia. Mi informo, studiamo la ricetta insieme, ne discutiamo, anche perché, esattamente come ho fatto per il lievito madre, mi faccio aiutare dalla scienza e dalla precisione dei numeri. Ho un foglio Excel in cui la perfezione della matematica mi fa gestire le proporzioni di alcol, acqua e zucchero in base al quantitativo di frutta che ho a disposizione.
Sono diventato il suo unico consulente su come tagliare la scorza evitando la parte bianca che dà un sentore amaro, e altri piccoli trucchi che riempiono un numero spropositato di bottiglie che quasi mai tiene solo per sé.
Nuovi liquori fatti in casa: nasce l’Agrùmino
Per sdebitarsi anche con me, grazie ad Arance di Calabria, il nonno l’anno scorso mi ha mandato una cassa di agrumi tardivi con cui avrei potuto preparare la mia scorta di liquore fatto in casa. Limoni, arance e mandarini di altissima qualità, ma in una quantità per cui singolarmente non sarei riuscito a realizzare un solo tipo di liquore.
Così è nato l’Agrùmino. L’accento cade sulla u e non sulla i per un motivo ridicolo: da grande appassionato ed intenditore della tecnologia di cui sopra, mi affido all’intelligenza artificiale di Alexa per qualunque promemoria. Dovete sapere che, una volta immerse le bucce degli agrumi nella miscela di alcol, acqua e zucchero, questi vanno conservati in un barattolo che va shakerato almeno una volta al giorno. Sapendo che me ne sarei dimenticato, Alexa aveva il compito di ricordarmelo ogni volta che le auguravo la buonanotte per spegnere le luci pronunciando la frase: “shakera l’Agrùmino”. E lì, lo strafalcione puntuale volle che l’accento fosse sbagliato.
Ma torniamo a noi e alla ricetta step by step che oggi voglio tramandare oltre le mani della mia famiglia.
RICETTA DELL’AGRUMINO FATTO IN CASA
REGOLA D’ORO
Considerate di utilizzare la buccia di 1 arancia, 1 limone e un mandarino ogni 100g d’alcol al 90%. Per questa quantità di alcol, una volta aromatizzato, uso 120g di zucchero semolato sciolto in 180g d’acqua. Con queste dosi ottengo circa 400ml di liquore.
PROCEDIMENTO
Tenendo questo a mente, è tutto molto semplice! Scegliete un barattolo che possa contenere non solo il quantitativo d’alcol che andrete a infondere, ma anche le bucce di agrumi che metteremo all’interno. Per non sbagliare, io preferisco riempire prima il barattolo di bucce e poi versarci l’alcol.
Le bucce devono macerare per almeno 3 giorni. Sarete sorpresi, perché la tradizione popolare impone che ce ne volessero almeno 20, ma la verità è che gli oli essenziali si sprigionano abbastanza rapidamente. Ciò non toglie che il mio agrùmino è stato lì almeno un mese, ma è solo pigrizia!
Il barattolo con alcol e bucce va conservato al buio in un luogo fresco e asciutto e, come già detto, va capovolto e scosso una volta al giorno. Quando siete pronti a filtrarlo, basta rimuovere le bucce e buttarle via. Questo è il momento in cui preparare acqua e zucchero nelle dosi raccomandate. In molti scaldano l’acqua per poter sciogliere lo zucchero più facilmente, ma credo sia superfluo. Se decidete di farlo, però, ricordatevi che dovrete aspettare si sia raffreddata completamente prima di unire l’acqua zuccherata all’alcol aromatizzato.
Il gioco è fatto, ma prima di assaggiarlo vi consiglio di aspettare almeno 10 giorni. Ci sarà una spiegazione altrettanto scientifica, ma parlo solo per esperienza: è come se il liquore avesse bisogno di un po’ di riposo dopo questo “shock” prima di esprimere al meglio il suo sapore senza lasciar predominare l’alcol.
Sono molto fiero di essere l’artefice di questa nuova tradizione, e mio nonno ha decisamente superato il maestro: il suo liquore è ormai molto più buono del mio.
E il vostro? Provateci e fatemi sapere!
Orgogliosa di questa nuova tradizione familiare, ma di più lo è nonno Raffaele, che si vanta con tutti che sono ricette segrete di Simone ❤️