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Faccio coming out: sono intollerante al glutine

#scomodo

Se c’è una cosa che ancora non sapete di me e che forse vi sorprenderà è che sono intollerante al glutine.

Intollerante, sì, non celiaco. Perché c’è una differenza, per quanto sottile.

Da mangione quale sono sempre stato e da grande amante del cibo – tanto da farne una professione – spesso mi viene chiesto come lo gestisco.

Altrettanto spesso, chi teme di avere lo stesso problema mi chiede: come l’hai scoperto?

Come ho scoperto di essere intollerante al glutine

Un’altra curiosità che probabilmente ignorate sul mio conto è che sarei potuto diventare un prodigio del basket.

Coi miei compagni di squadra, tra cui l’adesso celeberrimo Marco Belinelli, c’era una tradizione semplice condivisa da molti: la pizzata del weekend, che per noi era di venerdì, dopo l’ultimo allenamento della settimana. Un momento di assoluta spensieratezza che per me diventava un incubo il mattino dopo in preda alle coliche.

Ci avevo dato poco peso, perché ero giovane, perché il malessere era circoscritto a quel momento e perché la pizza con gli amici era più importante. Ai tempi, però, vivevo ancora coi miei e ad un certo punto mia mamma decise che c’era da preoccuparsi (e quando si preoccupa una madre, si sa, è facile che venga coinvolto il Ministro della Salute, o il Papa). Alla ricerca del miglior medico su piazza, entriamo in contatto con l’allergologo del secolo che dopo un paio di domande, una visita e qualche test mi dice qualcosa di indecifrabile che non scorderò mai: “sei più intollerante al glutine di un intollerante, ma meno intollerante di un celiaco”.

La mia parte intollerante

“Intollerante”. Ciò che davvero non tolleravo, tuttavia, furono i termini tecnici: io a quell’età volevo solo sapere se potevo continuare a mangiare la pizza del venerdì sera, i tortellini di mia nonna Maria, il paninazzo con la mortadella quando avevo un languorino dopo scuola, la piadina in Romagna d’estate, la rosticceria siciliana quando per me tornavo in Terra Santa, la focaccia zozza “Al Mi furner” di Bologna alle 3 di notte, appena uscito dalla discoteca.

E la risposta era NO. E non era un problema da poco per uno come me.

Significava, da quel momento in poi, entrare nello sconosciuto mondo dei prodotti senza glutine.

Significava affrontare una spesa non indifferente per mangiare pasta disgustosa, pizza vomitevole e pane che non avrei dato neppure ad un cane.

Per fortuna parliamo di 15 anni fa, e ad oggi il panorama gluten free si è evoluto permettendoci di convivere con questo disagio in maniera più gustosa ed umana.

Ho imparato molte cose, tra cui il fatto che per simulare lo sviluppo della famosa “maglia glutinica” nella preparazione dei lievitati, basta dotarsi di un’ottima impastatrice. In questa forsennata caccia all’emulazione di sapori che mi rendessero meno propenso a sgarrare (pena un’intera mattinata al bagno) con l’aiuto di mia moglie e di Elena ed Eleonora di paneamoreceliachia.it sono arrivato ad elaborare una mia ricetta per la perfetta focaccia senza glutine.

focaccia senza glutine ricetta

RICETTA PER UNA FOCACCIA SENZA GLUTINE #SPAZIALE

INGREDIENTI

  • 350gr di farina (50gr di farina di riso + 250gr di farina mista senza glutine)
  • 250ml di acqua a temperatura ambiente
  • 10gr di lievito di birra fresco
  • 20gr di olio evo
  • 15gr di sale fino
  • 5gr di zucchero semolato
  • una teglia rettangolare 35×25

PROCEDIMENTO

Prima ancora d’iniziare, forse avrei dovuto ribadire tra gli ingredienti che è assolutamente necessario avere c’è un’impastatrice: personalmente mi sono arreso all’idea di ottenere un buon impasto senza glutine utilizzando solo le mani!

Per il resto è semplice: versate tutti gli ingredienti nella planetaria tranne l’acqua che va aggiunta gradualmente mentre si impasta. Dopo aver ottenuto una palla più o meno omogenea, si lascia riposare a temperatura ambiente per un paio d’ore. Passate quelle, si stende l’impasto nella teglia ben oleata infornando alla temperatura più alta che si può per circa 15 minuti.

A me piace così, bianca – pensate quanto dev’essere buona per non doverla coprire con altri ingredienti che ne arricchiscano il sapore – e la uso bel volentieri anche al posto del pane!

Per chi come me fosse intollerante al glutine, qual è il vostro modo di sopravvivere a questa scomodità? Quale il vostro nuovo cavallo di battaglia ai fornelli? Scrivetecelo in un commento!

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Pier Paolo Vecchi
Pier Paolo Vecchi

Fondatore e autore,
#curioso

Articoli: 25

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