#immancabile
Tra pochi giorni compio 32 anni, ma solo di recente mi sono accorta di quanto le mie torte di compleanno siano sempre state un big deal, come si dice in inglese, un affare di stato! Mi sono detta, ma questo è davvero un #mangiabeviricorda per eccellenza! Un Aftertaste all’ennesima potenza che ha attraversato mani, Paesi e, soprattutto, mode.
Quando ero bambina
Quando ero bambina, le mie torte di compleanno sono sempre state torte di panna. Il classico pan di spagna, bagna analcolica così che tutti gli invitati, specie i bambini, potessero mangiarla, ripiena di crema pasticcera o di crema al cioccolato, a seconda delle voglie.
La preparava la pasticceria più in voga del paese dei miei nonni (quello dove mangiavo la focaccia genovese, seppur in Puglia), la pasticceria Saracino, che forse non esiste neppure più. Tutta la mia famiglia si riforniva lì per i compleanni dei miei cugini con cui eravamo quasi coetanei, così ci alternavamo mese dopo mese, cambiando solo il colore o il “tema” di queste torte di compleanno. La scritta, “auguri Eleonora” fatta con il cioccolato fondente colato e una tradizione che mio papà inaugurò sin dal mio primo anno di vita: sporcarmi il naso di panna mentre ascoltavo gli altri intonarmi la canzoncina, aspettando di soffiare sulle candeline. La prima volta piansi, e lo feci tutti gli anni, anche se lo sapevo, anche se me l’aspettavo, perché mi distraeva, mi rovinava la scena, eppure avrei pianto anche se non l’avesse fatto. Nessuna delle foto immortala il momento critico perché era lui stesso a scattarle!
La torta del mio primo compleanno, rettangolare, aveva un’intera fattoria di zucchero in 3D – non so chi l’abbia effettivamente mangiata! Dal secondo anno in poi, iniziò a spopolare la moda delle ostie: era semplice per i pasticceri stamparci sopra qualsiasi cosa si volesse (anche se ancora mi chiedo come dato che parliamo del lontano 1992). E così, un pulcino si avvicendò a Snoopy – che adoravo – per poi passare a Cenerentola e una lunga carrellata di principesse Disney. Intorno ai 6 anni la pasticceria cambiò, lasciando il testimone a “La Meringa” da cui veniva a rifornirsi tutta la provincia. Quella esiste ancora!
Quando sono diventata maggiorenne
C’è gente che odia i compleanni o che, a un certo punto, smette di festeggiarli, ma per me e la mia famiglia questi raduni sono stati assolutamente categorici fino al 18esimo anno di età, e così le torte!
Delle torte di compleanno della mia adolescenza, tuttavia, ricordo solo che a un certo punto la mia zia più brava in cucina, Antonella, iniziò a lavorare come catering e a prepararci tutto il buffet, torta compresa. Avevo un solo desiderio che si replicò per moltissimi anni: la foresta nera, una torta tedesca con pan di spagna al cacao, panna, ciliegie e cioccolato fondente in scaglie. Ricordo la magia di queste enormi lastre di cioccolato fondente perfettamente temperate e spezzettate sulla torta, tanto da quasi non lasciare spazio per le candeline, che invece aumentavano.
Dai miei 18 anni in poi, la preparazione delle mie torte di compleanno, invece, è diventata un progetto che mi coinvolgeva personalmente.
Quando ho iniziato a farmi la torta da sola!
Per i miei 18 anni, io e mia mamma preparammo insieme la nostra prima Sacher torte – sì, il cioccolato continuava a predominare – con risultati più che soddisfacenti. Dei miei anni di università a Roma ricordo poco, ma chi mi frequentava ricorda che sfornavo muffin a cadenza settimanale. Ricordo perfettamente, invece, la ciambella sormontata di caramelle gommose alla frutta che preparai per i miei 22 anni nel forno del mio studentato norvegese, durante l’Erasmus ad Oslo. Sì, avevo iniziato a prepararmi le torte di compleanno da sola!
3 anni più tardi, ad Istanbul, una pausa: la mia festa per i 25 anni ebbe ben due torte di pasticceria che in Turchia, ahimè, sono bellissime, ma hanno poco sapore.
I miei 29 furono così tristi che saltai la torta. Non me la preparai, non la comprai, non festeggiai, non soffiai sulle candeline.
Per i 30, invece, Simone era già nella mia vita, e con lui una vera e propria missione!
Quando la mia torta di compleanno è diventata una missione (im)possibile!
Siamo a Marzo 2020 in pienissimo lockdown. Nei mesi precedenti ci eravamo preparati ad una festa enorme che avrebbe radunato amici da tutta Italia, e, su mia gentile richiesta, avevamo già sperimentato ben due tipi di pavlova, la torta neozelandese dedicata ad una ballerina russa.
Il 27 marzo 2020, durante una videochiamata internazionale che non potrò mai dimenticare, vinse la variante al caffè spolverata di cacao, e ce la mangiammo tutta in due alla faccia di chi era su Zoom, rischiando il diabete.
Lo scorso anno, 27 marzo 2021, siamo di nuovo in un parziale lockdown. Gli assembramenti non sono concessi, e i 31 non sono importanti come i 30, ma questo non ci nega di affrontare 48 ore di preparazione per realizzare l’apparentemente semplice, ma follemente complessa, Lemon Tart dello chef Heston Blumenthal. L’unica cosa gialla di un secondo compleanno in zona rossa.
E quest’anno?
Quest’anno la festa si farà, e insieme festeggeremo anche la nostra nuova casa.
Ovviamente c’è una nuova torta in programma, ovvero la “Mango and coconut yoghurt cake with German buttercream” della pasticcera inglese Nadiya Hussain.
Dal momento in cui la ricetta tratta dal suo libro “Nadiya bakes” è disponibile solo in inglese, ho deciso di tradurla in italiano e condividerla con voi, così da poter festeggiare metaforicamente insieme e proseguire la tradizione!
RICETTA DELLA TORTA ALLO YOGURT, MANGO E COCCO CON CREMA AL BURRO
INGREDIENTI
Per la torta
– burro per imburrare
– 50 g di cocco rapè
– 1 mango, pelato e tagliato per il lungo
– 400g di yogurt greco
– 300g di zucchero semolato
– 7 uova, leggermente sbattute
– 400 g di farina
– 1 cucchiaino di lievito
– un pizzico di sale
Per la crema al burro
-150ml di latte intero
-100g di zucchero semolato
– 3 tuorli d’uovo
– 1 cucchiaio di amido di mais
– 350g di burro a temperatura ambiente
– 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia (o mezzo baccello)
Per la decorazione
– 25g di cocco rapè tostato
– 150g di polpa di mango
Per servire
Yogurt greco e polpa di mango in eccesso
PROCEDIMENTO
Preriscaldate il forno a 180° e imburrate due tortiere rotonde profonde 20cm.
Tostate il cocco in un pentolino finché non è dorato e spargetelo sulla base delle tortiere imburrate, distribuendolo in maniera omogenea. Mi raccomando, dovete tostare il cocco, perché è la tostatura a dargli sapore, altrimenti, come dice Nadiya, “non è molto diverso dai trucioli che metto nella gabbia del mio coniglio!” Aggiungete le fette di mango sul cocco rapè tostato.
Per realizzare l’impasto si mette tutto più o meno insieme, quindi è molto semplice: mettete lo yogurt in una ciotola con lo zucchero, le uova, il lievito per dolci, il sale e mescolate finché non avrete un composto lucido e omogeneo. Versatelo nelle due tortiere e livellatelo sbattendole delicatamente sulla superficie di lavoro. Infornate per 40-45 minuti finché non si colorano e, una volta pronte, lasciate riposare per 15 minuti. Poi, rovesciatele e fatele raffreddare completamente.
Nel frattempo, prepariamo la crema al burro. Versate il latte in una casseruola e aggiungete lo zucchero. Appena inizia a bollire, spegnete il fuoco e mescolate accertandovi che tutto lo zucchero si sia sciolto.
A parte, mettete i tuorli in una ciotola e sbatteteli con una frusta insieme all’amido di mais. Incorporate pian piano il latte caldo continuando a mescolare. Riversate il composto nel pentolino e riscaldate a fuoco basso finché non diventa densa da rimanere sul cucchiaio. Rimettetelo nella ciotola e copritelo con la pellicola per farlo raffreddare a temperatura ambiente e poi trasferitelo in frigo.
Una volta raffreddato, ripassatelo con la frusta e aggiungete un cucchiaio di burro per volta, sempre continuando a sbattere, finché la crema non sarà compatta al punto da poterla mettere in un sac a poche.
A questo punto, prendete la prima torta facendo sì che la frutta sia rivolta verso l’alto, e mettetela su un vassoio. Disponete dei ciuffetti di crema al burro in maniera circolare, prima sui bordi, poi verso il centro. Rovesciateci sopra la seconda torta e fateci altri ciuffetti più sporadici, solo lungo il perimetro.
Versateci sopra la polpa al mango, lasciandola colare sui bordi.
Spolveratela con il cocco e servitela con lo yogurt!
Incantevole racconto di torte legate ad eventi importanti, a momenti di vita unici e dolci ed il mio augurio è che @xsimo86 diventi, anche, un ottimo pasticcere per preparare una miriade di aftertaste per i tuoi compleanni ❤️❤️❤️